La notte è infinitamente vuota – Annemarie Schwarzenbach


Bellissima, malinconica, brillante, avventuriera, folle… Annemarie Schwarzenbach (Zurigo, 1908 – Sils im Engadin, 1942) era questo e molto altro. Leggere un suo libro vuol dire conoscerla, incontrarla. Nelle sue parole si può intravedere il colore della sua anima.



Non amava narrare storie. Amava più che altro raccontarsi, denudarsi, rendersi accessibile. La notte è infinitamente vuota ne è la prova: le parole cadono come gocce, rimangono divise e poi diventano pioggia, torrente. Questo minuscolo libro ci porta nella Parigi degli anni venti, quella frequentata dalla scrittrice durante i suoi studi giovanili. Ci porta tra le braccia di una donna che ne ama un’altra, e che sogna la fine della solitudine. La trama, esile, è poco importante. Spiccano i pensieri, le figure, le ombre, la poesia, spiccano le decisioni e i dubbi. Annemarie presta se stessa al suo racconto, il suo essere si confonde con le parole, è scrittrice ma anche pagina. In fondo era una donna diversa dalle altre, proprio come le sue novelle e i suoi scritti.

La notte è infinitamente vuota
La notte è infinitamente vuota – Annemarie Schwarzenbach

Fu fotoreporter, giornalista, fu coraggiosa… fu una della prime donne a compiere un viaggio in estremo oriente, per il puro piacere di conoscere e scoprire. La notte è infinitamente vuota potrebbe essere il primo passo per avvicinarsi a una figura straordinaria, dalla vita intensa e purtroppo molto breve.

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