I Neoplatonici: l’antica Grecia e l’omoerotismo del patriota Luigi Settembrini


 

Seconda metà del 1800: Luigi Settembrini è rinchiuso nelle prigioni borboniche per scontare il suo essere un patriota del Risorgimento. La sua rinascita avverrà nel 1859, quando grazie al figlio riuscirà a fuggire e a raggiungere Londra. Il suo rimpatrio, avvenuto in un secondo momento e con l’Unità d’Italia, lo vede riprendere a pieno ritmo la sua attività d’intellettuale. Nel periodo della prigionia diede forma ad un piccolo manoscritto, un libriccino dalle tinte omoerotiche e intriso di una grande sensualità: I Neoplatonici.

 

I piccoli Doro e Callicle, figli di due famiglie amiche e benestanti, crescono condividendo tutto. Il sorriso di uno è il sorriso dell’altro e lo stesso vale per le lacrime. Quando Callicle si ritroverà solo, orfano per il fato avverso, verrà accolto e allevato dai genitori di Doro. Il loro legame si consolida ulteriormente: frequentano la stessa scuola, si allenano assieme e con un solo sguardo osservano i filosofi. Il tempo passa in fretta, non sono più ragazzini ma giovani uomini. Condividono lo stesso letto e tra le lenzuola, dove spesso dormono con le gambe intrecciate, si ritrovano a scoprire l’amore e il sesso. Hanno diciotto anni, sono bellissimi e prestanti, e tutta l’antica Atene sospira al loro passaggio. Vengono paragonati a Castore e Polluce, i gemelli immortali, e ogni ragazza vorrebbe giacere con loro. I ragazzi scrutano il mondo, si amano e venerano, ma vogliono conoscere tutto ciò che la vita può offrire…

 

Sperimentano le gioie del sesso: con un filosofo più maturo e poi con una giovane e bella ateniese. Lo fanno assieme e poi da soli, non privandosi di nessuna scoperta. In fondo, che cosa hanno da perdere? Nulla! Il loro legame è saldo, indissolubile e brilla come la costellazione dei Gemelli.

 

Luigi Settembrini, dopo aver scritto I Neoplatonici, prese le distanze dalla sua creatura. Non firmò il manoscritto – ritrovato nella Biblioteca Nazionale di Napoli dal grecista Raffaele Cantarella – ma finse semplicemente di averlo tradotto dal greco. L’erotismo che permea queste poche pagine, dal sapore lirico e poetico, era fin troppo per un uomo del Risorgimento. La brevissima storia di Doro e Callicle ha portato alla luce un altro Settembrini, non austero come viene solitamente dipinto. Eppure la persona è la stessa. I Neoplatonici è la testimonianza di un’omosessualità mai vissuta o forse di un amore tenuto nascosto?

Dopo più di 150 anni, forse, non ha importanza. È importante invece poter godere di queste poche pagine ricche di immagini positive e piene di speranza. Il racconto di Settembrini dipinge l’amore omosessuale con le sfumature della felicità e della serenità, con le tinte dell’ottimismo. Lo stesso ottimismo con cui si vivono e costruiscono i grandi amori e le grandi imprese.

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